Sunday 16 November 2008

L’uomo con la barba che cresce
[Storie di un anno - 1]

Novembre 2007.

L’uomo, con la barba corta, si sentiva sempre più spennato, sempre più solo, sempre più indifeso. Decise così di lasciarsi la barba lunga, perché aveva letto da qualche parte che, presso certe popolazioni mediorientali, la barba è simbolo di protezione, di autodifesa. E poi, a dirla tutta, qualcuno gli aveva fatto intendere che con la barba era più carino. Una barba lunga per vedersi/mostrarsi più saggio. Una barba lunga per mendicare un bacio.

L’uomo, con la barba “5 o’ clock in the morning”, inventata da Paul McCartney nel 1968 in occasione di una foto per il White Album, era sempre stato così, e sarebbe sempre stato così. Un po’ faceva sempre di testa sua, cocciuto come l’ariete. Un po’ ascoltava quello che gli dicevano gli altri, regalando e relegando la sua stabilità e il suo equilibrio agli occhi di un altro generalizzato, oppure anche a occhi più specifici, nella stragrande maggioranza dei casi femminili. Ma quante anime albergano nei cuori delle donne! Sarà questo che le rende così affascinanti? Questa volubilità, poi, non è altro che un vorticare di venti attorno al Centro di Gravità Permanente della Grande Madre.

Le donne, però, solitamente, non hanno la barba.

L’uomo con la barbetta decise così di intraprendere la via dello Yoga, spronato ancora una volta da una donna, che in una delle sue infinte sfaccettature è una Maestra, di Yoga e di vita. Da sempre interessato alla propria spiritualità e anche a quella delle Sacre Sinfonie de Tempo, il (non più così) giovine aveva letto tutto e il contrario di tutto in merito, e si beava, nel suo mentale, di essere parecchio avanti. Ma c’era qualcosa che lo turbava, ed erano quegli scritti di G. I. Gurdjieff, con la sua curiosa idea che l’Anima è un seme che può germogliare e crescere, ma che può anche marcire e lasciare il proprio possessore totalmente dis-animato. Be’, è un’idea spaventosa, eppure, come dire, stimolante, e deliziosamente poco New Age. Un’idea improntata al lavoro su di sé, alla scoperta del proprio Dio interiore: poveretto, sepolto dalle secchiate di ego, soppresso dai mattoncini Lego delle costruzioni mentali, martoriato dal Meccano dei meccanicismi, ubriacato dal passito del passato.

L’uomo con la barba trovò che lo Yoga era proprio una tecnica adatta a mondare la coscienza, un Lavoro in grado di smuovere allo stesso tempo il centro fisico, quello emozionale e quello intellettuale. E continuò pertanto a fare Yoga. Ma non quello base. No. Un altro:

(continua)

3 comments:

Anonymous said...

Mondare la coscienza!
Anche se si faceva scudo dei peli, l'uomo con la barba dimostrava di avere coraggio e molta buona volontà.
S
(una che ha difficoltà a mondare i fagiolini)

Anonymous said...

un'altra saga alla Orgel è iniziata :) sono impaziente di scoprire il tipo di yoga che l'uomo barbuto sta seguendo. Diverse tipologia di yoga mi hanno proposto da un paio d'anni a questa parte, però tutti legati a religioni varie. E questo mi ha mandato in confusione non poco...

T

B. said...

haha! ciao miei prodi!
bentrovata S! Forse poco mondina, ma sempre impeccabilmente mondana. Nel senso che affronti il mondo di internet per portare una luce di Ess-i-tudine in questo bloggo.

bentrovato T!
stavolta la saga non sarà indigesta, tutta in blocco, come nel caso di Orgel. Un episodio ogni tanto, inframezzato da post meno impegnativi. O più impegnativi. Sì, comunque non prettamente misticosi:)

B.