"Come sempre le foglie cadono d'autunno. Intona i canti dei veggenti, cedi alla saggezza, alle scintille di fuochi ormai spenti, règolati alle temperature e alle frescure delle notti: lascia tutto e seguiti".
Orgel, pur non esistendo, non durò che il tempo di un'Olanda. Arrivato in Costa Azzurra, capii che tutto quel sole, la violenza serena del mare, il segno del costume sulla schiena delle ragazze, beh, l'avevano già ucciso. E infatti Orgel, pur non esistendo, morì già nel tragitto che dall'Olanda ci portava in Francia. Morì attraversando un campo pieno di pecore visto dal finestrino del treno. Successe perché un pesce palla volante gli soffiò addosso una visione desertica, fatta di piramidi, sabbia rovente e cieli di fuoco.
Orgel, pur non esistendo, si spaventò, e spaventandosi assunse temporaneamente delle sembianze, le sembianze di un omino spaventato. E le sembianze spaventate sono un materiale a cui il fuoco attecchisce che è una meraviglia - certo molto meglio che al vuoto, all'antimateria di cui (non) era fatto Orgel fino a quel momento. Ad alimentare ulteriormente le fiamme sopraggiunsero i ricordi: i ricordi confusi di un uomo (inesistente) che vede una vita( inesistente) passargli davanti agli occhi (inesistenti):
- Una ragazza incrociata chissaddove.
- Uno squalo da cartone animato.
- I bonus di un videogame della Taito del 1986.
- Dei palazzi creati da un listato BASIC del Commodore 64.
(Che strane sembianze, può avere la morte, a volte).
Non che vita e morte significassero molto, per Orgel. Ci mancherebbe. Però, quella era indubbiamente la fine di un ciclo. Il ciclo di Orgel. Non restò che adagiare le matite colorate per terra, mettendole una accanto all'altra, coda-punta-coda-punta eccetera, fino a formare il perimetro di un rettangolo. Una porta sul pavimento, a cui mancava solo la maniglia. Appoggiai il quaderno Pigna Minibook dentro il rettangolo, lo ruotai e la porta si aprì. Ci saltai dentro e fui infine fuori. Fuori nel sole, nella violenza serena del mare, nel segno del costume sulla schiena delle ragazze.
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Sigla. "Buona" la prima, ça va sans dire!
9 comments:
Eh già, la vera vita vera.
Fine di Orgel e dell'acquarello di Toquinho.
Gnic-gnic,
S
Per me l'acquarello di Toquinho è appena iniziato!
Non l'avevo mai sentita, pensa che bello - ho appena sentito per la prima volta un brano così, mentre er cielo se scolora, assaporando le parole, la musica e l'arrangiamento (che fa tanto sigla di cartone animato di quelle belle belle).
Grazie!
(Ecco cosa manca, al Magical Mystery Trip. Una sigla. Mo' la faccio.)
Figurati! Apparentemente semplice e buonista, ma poi ti dice che TUTTO scolorirà, ahia.
Fortunatamente Toquinho non vedrà mai la sigla che ho appena aggiunto al post. Sennò lui sì che scolorirà, poveretto, con lo strazio di Babichius de Moraes... gnic.
io leggo e poi mi dico: lascia perdere wendy, lascia perdere...
io leggo e poi mi dico: lascia perdere wendy, lascia perdere...
Buona la prima!
Cotta e mangiata!
S
E la saga di Orgel finì.
Che dire, appassionante :)
E bellissima la sigla finale, complimenti b.
T
Oi, grazie a tutti!
Anche per aver difeso la sigla, tecnicamente indifendibile ma in effetti assolutamente coerente con la serie di cui è, appunto, sigla.
Il problema era sincronizzare voce e chitarra col tamburello suonato col piede, che si sente distintamente (pure troppo). È una tecnica che fa molto Bennato dei tempi che furono, ma forse mi servirebbe quell'aggeggio specifico che usava Bennato che non so come si chiami ("tamburello da piede"?)
Ciau!
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