Monday 6 October 2008

Anch’io, finalmente, ho fumato crack

Foto di repertorio,
non riconducibile al testo sottostante.


Torno nel 2008, salgo sul metrò, linea gialla. Saranno le 19. Mi siedo sul vagone di coda. C’è un tizio. Un tizio che l’opinione comune definirebbe “poco raccomandabile”. Ma hey, io non mi ritengo assimilato all’opinione comune! E allora mi siedo proprio accanto a questo “punk-a-bestia”, anche perché è l’unico posto libero. Pavidi pendolari!
Ed eccomi qui, seduto vicino al mio nuovo amico di scompartimento. Grigio, pallido e frastagliato nella guisa dei vestiti, nella foggia dei capelli. Sostanzialmente immobile, egli mi rassicura, e mi metto a leggere il mio libercolo.
Dopo qualche fermata, però, sento un rumore d’accendino. Mi volto e vedo tizio avvolto in una nuvola color verderame. La nuvola avvolge anche me proprio mentre sospiro e inspiro. Un profumo balsamico, da unguento tigre, ma meno forte. La nube si dissolve mentre l’accendino ancora incalza, e vedo che la fiamma si adopera per scaldare un pezzo di stagnola con sopra della roba. La roba, per reazione, crea un’altra nuvoletta, prontamente aspirata da un qualcosa arrotolato a mo’ di tubo. A tizio, giuro, scompaiono gli occhi.
Il resto della gente si comprime nell’altra metà del vagone, senza per questo scomporsi più di tanto. Io resto al mio posto, attraversato dal bizzarro pensiero che sarebbe scortese, in fondo, andarmene e implicitamente condannare il gesto di tizio, che peraltro a già riposto il suo armamentario da piccolo chimico. Anzi, ora tira fuori da una borsa di nylon dei pennelli ancora impacchettati. Li esamina con cura. Un giovane artista? Un imbianchino? Fossimo in una birreria bavarese l’8 novembre del 1923, avrei paura eccome, di un imbianchino. Invece, lì per lì, non me ne curo e mi concentro con sforzi volontari di coscienza, esaminando le mie impressioni sull’effetto del fumo passivo. Riscontro solo un certo mal di testa, probabilmente preesistente. HA! Anch’io, finalmente, ho fumato crack, e non mi ha fatto niente. Sono dunque immortale? Mentre mi compiaccio, tizio tira fuori due coltelli da cucina con lama da 25 cm, ancora inguainati in una confezione che recita “Due Coltelli Da Cucina - Lama Da 25 cm”. Di colpo mi sento molto meno immortale. Scendo e cambio vagone.
E poi uno si domanda perché, a volte, ci si esilia volontariamente nel 1993.

13 comments:

Anonymous said...

Non piangere salame
dalla nube verderame
è solo un gioco
e non un fuoco...

Ah no, questa è la vita vera.
ORPO!
S

T said...

Magari il crack era la sua ispirazione, un moderno baudelaire che però dipinge. E non usa mero assenzio ma crack.
Ah, l'evoluzione dei tempi.

T

Wendy said...

non so che cosa sia più eroico, morire di passivo crack oppure fatti a fette sul metrò...? mah...

B. said...

Un blog è come una gallina - torni a casa e scopri che il post ti ha fatto i commenti, ed è una sensazione cocolissima!
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S, è inevitabile, quando ho scritto "verderame" ho pensato esattamente al verderame del salame. 'Sta tenta che poi te la canto pure quella:D
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T, il fatto è l'evoluzione dell'assenzio esiste, e si chiama PelinkoJazz.
Il crack oramai è buono solo per le banche :D
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Wendy, "fatti a fette", nel senso "drogati e accoltellati", è un calembour mica da ridere. Paura e Delirio in metrò!!!

Anonymous said...

E' bello che tu ci paragoni alle uova e non agli "sbitti"! :D
S

B. said...

Vero? Soprattutto perché non ho idea di cosa siano gli sbitti (nemmeno guardando su wiki... sono spacciato). E più o meno come se mi avessi detto spraffi, o flosti. O minchi.

Cosa sono???
(non io, cosa sono gli sbitti)

T said...

Meglio paragonati a uova che a galline comunque :)
Io so che sbitti vuol dire poliziotti al sud.
Probabilmente però non era questo che intendeva S :D

Wendy said...

Eh...che ci devo fare...mi vengono così...PENSA SE LAVORASSI IN PUBBLICITA'!!

Anonymous said...

Ehm. In FVG (nota patria delle galline) gli sbitti son gli escrementi (delle galline)... :)
S

B. said...

"Dai diamanti non nasce niente, dagli sbitti nascono i post", come cantava il Poeta.

Anonymous said...

Ma dai, molto Berlin anni '70, quelli illustratici da Christiane (vabè, è solo un'evocazione, e nemmeno tanto istintiva).
Ma come puoi dire che fosse crack?

B. said...

Ho descritto accuratamente il tutto a un, ehm, esperto del settore.

Certo, l'odore balsamico poteva anche essere il segnale di una halls mentho-lyptus assunta previo squagliaggio e fumamento, ma intitolare "Anch’io, finalmente, ho fumato halls mentho-lyptus" superava il mio pur sterminato orizzonte dadaista...

B.

Anonymous said...

Ah ah

"questa è carina" (cit.)