E sì, è andata proprio come immaginavo. Ho lasciato che gran parte del tempo libero dell'ultimo mese venisse gioiosamente fagocitato da The Beatles Rock Band. Il che, fino a un certo punto, vuol dire: da un videogioco. Ma poi no. Poi è diventata pura dedizione alla musica, infine il tutto si è trasformato nell'impetuoso desiderio di imparare a suonare la batteria.
A parte forse il pianoforte, non so suonare nulla a livello accettabile, ma mi diverte molto pensarmi polistrumentista da spiaggia. Come il chitarrista da spiaggia, quello che sa tre robe più mezzo effetto speciale chitarristico che fa scena. Ecco. La stessa cosa, ma applicata a più strumenti, è il polistrumentista da spiaggia. Due tipici esempi sono uno qui e l'altro qui.
Sono naturalmente molto indietro su basso e batteria. E la ragione - che poi è la ragione per cui è così difficile dividersi tra più strumenti - è che non ho mai ascoltato questi strumenti veramente nell'ottica di riprodurre quello che sentivo. Puoi goderti la linea di basso di "Fame" all'ennesima potenza senza necessariamente concentrarti su quello che il basso realmente fa in termini di corde, in termini di partitura, in termini insomma tecnici. La batteria? Uguale. Non è che devi essere Keith Moon per capire il genio di Keith Moon. Non serve essere nemmeno un aspirante Keith Moon. Scommetto che tanti critici musicali non sanno nemmeno da che lato si tiene il manico della chitarra.
Ecco, The Beatles Rock Band, e questi giochi musicali in generale, hanno il pregio di essere una guida all'ascolto delle parti strumentali. Ti danno una specie di partitura, o meglio un rullo tipo quello dei carillon, e ti chiedono di suonare le note giuste al momento giusto. Per aiutarti, quando giochi da solo, la parte del tuo strumento viene esaltata dinamicamente dal missaggio. Gli strumenti disponibili, lasciando per il momento da parte la voce, sono il basso, la chitarra e la batteria. Chitarra e basso vengono strimpellati su dei controller che, al di là della sagomatura tipo Fender o Gibson o Hofner o vattelapesca, sono di fatto molto simili alle tastiere da tracolla stile Sandy Marton. Nel senso che hanno tasti al posto delle corde - e molti meno tasti di una tastiera di Sandy Marton. La tracolla, quella, c'è. Eppure, già con in mano un controller-chitarra con una manciata di tasti, la tua linea di basso/assolo di chitarra la ascolti con un'attenzione strana, l'attenzione di chi deve suonarla - anche se di fatto si suona solo una versione ipersemplificata. Ma è proprio questo l'aspetto interessante: il cervello si pone in un grado d'attenzione da musicista, anche se il fisico si ritrova a compiere solo una frazione dello sforzo realmente richiesto per la partitura originale. E la traccia penetra nell'animo in un modo nuovo, che si giostra con gusto tra il play-suonare e il play-giocare. E anche il play-recitare, perché il gioco è di ruolo - sii uno dei Beatles.
Ehi, ma io volevo parlarvi della batteria - e invece ho parlato del resto. Sarà per la prossima volta. Trattiamo un po' il blog con l'estemporaneità cialtrona propria del medium blog, mica è la Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto, cazzo (scrivere "cazzo" è un esempio di come rendere il blog un po' più blog anche dopo aver nominato aggratis una roba importante come la Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto, cazzo).
1 comment:
Ok, ok... ma Ermete Trismegisto suona più parolaccia di cazzo!
S
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