Wednesday, 20 October 2010

La cura

Lum, 1992, disegnata su Commodore Amiga con Deluxe Paint IV. 320x256, 8 colori

1. Sto benone
Si fa presto a parlare di cura. Bisognerebbe, prima di cercare la cura, cercare la malattia. Perché è cercando la malattia che trovi la cura. Riassumendo, la malattia è la cura. Non ti puoi curare senza ammalarti, senza il processo di conoscenza e comprensione di sé cui dovrebbe portare il processo di guarigione.
Sono abbastanza fortunato da essere periodicamente soggetto a quelle che vengono chiamate "malattie psicosomatiche", ma che si potrebbero anche chiamare "messaggi del corpo a una mente distratta". Ok, non è molto olistico dividere tra mente e corpo, ma la struttura della nostra civiltà, ma anche la natura umana stessa, tendono a portarci in una posizione manichea. Corpo vs mente, e l'anima mettetela un po' dove volete.
Fatto sta che non sono molto bravo a gestire lo stress. Lascio,che sia lo stress a gestire me come meglio crede. Ecco, questo è il mio corpo, lo usi pure come divano, signor stress, ci si stravacchi. Ah, e questa è la mia scatola cranica! la usi pure come posacenere!
Risultati: acufene e cali di udito all'orecchio sinistro. Colite pressocché stabile all'intestino cieco sx. Pelle dei polpacci screpolata. Dolori cervicali.
Insomma: sto benone! Niente di grave, en touchant le fer. Ma uno che riesce a stressarsi perfino quando si ritrova a fare il lavoro "che sognava da piccolo", perché ci si appassiona troppo, va un attimo disinnescato. Una cosa è il carattere, il sé impermanente, e quello cambia fino a un certo punto. Un'altra cosa sono le abitudini, gli atteggiamenti meccanici. Quelli cambiano, con un minimo o un massimo di costanza. Qualche yogi dice che in quaranta giorni si può spezzare qualsiasi abitudine - "riprogrammandosi" verso un'altra abitudine, certo, perché siamo pur sempre dei mezzi cretini, come razza. Ma meglio de-condizionarsi da un'abitudine negativa per cercarne una positiva (e le posture, e la cattiva respirazione, e la cattiva alimentazione ne fanno parte).
Uno spettro s'aggira per questo discorso, ed è lo spettro della New Age. Ma a volte bollare questo tipo di ragionamenti un po' eccentrici è un trucco bieco, seppure non debole, per mantenere vive le nostre debolezze. Beato chi può permettersele, le debolezze. Quelli, appunto, possono permettersele. I metabolismi magici. I tipi coriacei ma sereni. Saranno forse più vicino al nirvana nel ciclo delle rinascite. O, più semplicemente, hanno vent'anni.
Io - shock! - non ho vent'anni. E sono quello che poche righe fa si lamentava che si stressa anche nelle cose positive. Wilde: "Quando Dio vuole punirci esaudisce i nostri desideri". Io: quando Dio esaudisce i nostri desideri, vuole in cambio almeno che ci rispettiamo un po'". Certo, a Wilde gli aforismi riescono molto meglio. Sarebbe stato un gran tweetatore. The greatest.

2. Cos'è il rispetto?
Vabbe'. Cos'ho fatto, cosa faccio e cosa farò per cercare di rispettarmi? Qual è, insomma, la cura? Beh, è intricato. In ordine sparso:
Ho tolto il sale (o meglio il sodio) dalla mia dieta. Questo è forse stato l'inizio di una reazione a catena. Non l'ho fatto così tipo fioretto, ma perché il sodio c'entra con la microcircolazione dell'orecchio.
Dunque ho eliminato tutto ciò che contiene sodio. Tipo che resta pochissima roba, rispetto alla dieta dei miei ultimi mesi/anni.
Non restano gli affettati e gli insaccati, che preferivo alla carne, perché tagliati sottili mi sembravano meno impegnativi. Qualunque cosa voglia dire.
Non resta però nemmeno la carne, che senza sale mi fa un po' schifo.
Prodotti da forno. Sodio ovunque. Via.
I lieviti contengono una quantità bizzarra di sodio. Che non diresti, ma è così.
La pasta... avete presente quando vi dimenticate di salare l'acqua? Via la pasta.
Pesce. Riso. Buoni quelli! Cereali strani pensati per donne di mezz'età affascinate dall'esotico: ottimi.
Prodotti pronti: via, pronti via. Leggere gli ingredienti, che fatica. Quei sofficini comprati tre mesi fa resteranno nel freezer forse per sempre, poveretti.
Formaggi: buoni, ma senza sale manco so se esistano.
Frutta e verdura. C'è tantissima frutta, tantissima verdura, e l'olio d'oliva e le spezie e gli aromi. E' bello esplorare.
I cibi a base di soia rimestata e trafficata per sembrare carne mi sembrano una fregnaccia che dovrebbe offendere in primis i vegan. Ma come, ti fa schifo la carne e loro ti fanno la soia a forma di burger? Mi state prendendo per il culo?
Sai quali sono buoni? I fagiolini di soia della Orogel, gli Edamame. Dio che buoni.
Il latte non l'ho mai digerito. Già non lo bevevo, perché iniziare adesso.
Ho smesso di fumare sigarette. Pim pum pam, che problema c'è.
Ho avuto il raffreddore. Non ho preso niente. E' passato come le altre volte in cui mi sono imbottito di vitamine e sali e aspirine.
La birra è piena di lievito, come la pizza, e tolta la birra la pizza diventa inutile, e tolta la pizza la birra diventa inutile.
I superalcolici mi hanno sempre fatto schifo.
Il vino non so, ma è così buono, col cacchio che me lo abolisco, per l'uso che ne faccio, poi.
Ho ridotto di un quarto il mio consumo di caffé.

3. Anima mantecata
La cosa più interessante di queste regole è che le eccezioni sono non solo contemplate, ma necessarie.

Le eccezioni confermano le regole.
Le regole arricchiscono di senso le eccezioni.

A pranzo dai genitori della mia morosa ho mangiato pollo e polenta. Ma che bella sensazione, il pollo, la polenta, la domenica, la famiglia, la campagna, le buone cose che a furia di sapere che sono buone, molto tempo fa, abbiamo deciso che sono banali, ovvie, e checcazzo se voglio mangiare le lasagne ogni giorno me le mangio, guarda, tac microonde tac lasagne io sono libero e la vita è mia.
"Libero."
"La vita è mia."
Stupidi esseri umani, sempre a identificare la libertà con la mancanza di costrizioni e regole. Come riusciamo a renderci insensibili e prigionieri tramite l'abuso. E parla un ingordo per eccellenza. Uno che lasciato mezz'ora in una stanza con un pacchetto di Rossana Perugina non lascia nemmeno l'incarto di plastica rossa trasparente. Ne so qualcosa. Sono un professionista di qualunque ingordigia. Ma ieri il mio amico Fabio ha fatto un risotto alla zucca mantecato via gorgonzola e formaggio, allungato in cottura con un brodino vegetale appena appena salato. Nemmeno così peccaminoso, per la delicatezza di Fabio. Eppure quella mantecatura, la presenza conclamata di quel plus senza il quale il risotto sarebbe stato monco, era così non ovvia per il mio corpo e per le mie papille che wow, era quasi un viaggio allucinogeno a gratis. Il salato ben calibrato che esplode nei sensi in festa.

E poi di nuovo a ripulirsi. Da dentro con la dieta. Togliendo, non aggiungendo, non cercando farmaci ma nemmeno rimedi "alternativi". Certo, a suo tempo ho amato i fiori di Bach. Li amavo per quel fondino di soluzione alcolica. Funzionava, il fondino di soluzione alcolica misto al "bravo stai facendo qualcosa per te".
Né riesco a pensarla in termini vegan-integralistici. Rispetto la posizione, ma non posso concentrarmi sull'ideologizzazione del mio organismo, né sto mangiando in un certo modo per ritagliare al millimetro la mia identità (mmm... sicuro?). Ho altro da fare e da vivere. Vorrei che questa inedita attenzione alimentare rappresentasse un sorriso interiore, non un grido al mondo. Detesto quelli che sposano una causa e subito si mettono a far proseliti. Non sopporto quelli che aprono gli occhi solo per richiuderli in nuovi dogmi. Credo nella forza vivificante della contraddizione, ma credo anche che quando c'è la salute c'è tutto. (Una chiosa di paragrafo squisitamente anticlimatica, nevvero?)

4. Testate
Ah ecco. Torniamo alla salute! Che poi, a rileggere certi proclami sparsi qui sopra, è evidente come il rischio di invasaggio ci sia sempre. La forza sospetta dell'invasato è ovviamente una tenerissima ammissione di debolezza. La prossima volta che volete tirare una testata a un testimone di Geova, guardate la questione da questo punto di vista. Poi magari glie la tirate lo stesso, ma solo perché vi piacciono gli stereotipi - esserlo, intendo.

Pensate che colpo mortale agli stereotipi se la testata te la tira il testimone di Geova. Salve signora volevo parlarle della fine del monBAM, e giù, ti tira una testata. La fine del mondo.

La salute. Sì. Dice sempre quel certo guru che non ricordo chi sia ma facciamo che è proprio uno di quelli che è arrivato in Occidente e si è fatto un botto di soldi alla faccia degli occidentali new age. Tirando anche parecchie testate a signore di mezza età in estasi per essere state Prescelte per tale misterioso rituale di iniziazione al dio BAM! Testata.
Dice insomma quel guru che la prima forma di alimentazione è il sole, la seconda il respiro, la terza il movimento e solo la quarta è il cibo.

Sì, la mia cura è partita dal verso sbagliato. Nemmeno nella top 3. Ok, forse smettere di fumare sigarette c'entra col respiro, ma mica tanto, vista la mia tendenza all'apnea a prescindere. Dannazione, fumavo troppo poco per apprezzare una differenza. Quasi quasi ricomincio.

Bene. La prossima tappa penso sarà doppia, composta di respiro e movimento. Così indissolubili. Ci aggiorniamo.

5. Release Therapy
Parallelamente a tutto questo, ho inventato la release therapy. Intanto con un nome inglese così la potreste spacciare come una roba seria su quelle riviste tipo OK, Starbene, Rizla Psicosomatica. E invece è una roba semplice semplice, la release therapy. Sentite qua.
Un egocentrico creativo deve far uscire da sé le manifestazioni creative del proprio ego.
Sennò fanno la muffa.
Certo sarebbe bello che tutte queste "opere" siano belle e significanti per le persone cui vengono date in pasto.
Ma è impossibile, nel mio caso. Umilmente e realisticamente, la supermaggior parte delle mie "produzioni artistiche" degli ultimi 36 anni non conoscono la lingua per parlare al mondo.
Però devono uscire. Devono andare fuori. Dentro fanno la muffa e, inconsciamente, muffano anche me.
C'è più egotismo nel trattenerle per evitare un giudizio negativo. Come un bambino che trattiene la cacca. Più o meno. Il bambino pensa che sia deplorevole fare la cacca, mentre lo sgridano perché si ostina a farla sul tappeto o sul cane o sul puzzle di van gogh della mamma.

E allora userò questo e altri spazi per buttare fuori tutto! Pensare che l'ho creato per questo, 'sto blogghe, anche! E' la release therapy. E' amore per il mistero dell'interpretazione, per l'opera aperta, per l'opera rotas, per il lector in fabula, addirittura per gli altri indistinti.

Per quello vi ritrovate in cima a questo stream of consciousness un mio disegno al computer del 1992. Contemplate con me l'imperfezione, il flusso costante, l'impermanenza di tutte le cose. Guardate a ogni cosa come a uno specchio senza riflessione.

Svuotare per vivificare.
Svuotare per riempirsi di nuove insospettabili cianfrusaglie.
Svuotare perché oh, fa un sacco zen.
Svuotare perché è il dolore che resta incastrato nei diverticoli della coscienza, l'unica vera malattia.

Release. Rejoice. Joyce.



6 comments:

Anonymous said...

Abbiamo tanto bisogno di **** contraddittori e in evoluzione come sei tu B. Ci fanno sentire COMPRESI.
S
PS La parolaccia misteriosa inizia per gu e finisce per ru.

Anonymous said...

Sono molto d'accordo sulla release therapy, e come al solito apprezzo molto il tuo stile, molto stream of counciousness con un nonsochè di epico... almeno a me da questa impressione...Poi da triestino a triestino mi permetto di suggerirti di sforzarti di non essere troppo autocritico, noto che è una caratteristica relativamente comune nella nostra "strana razza" che molto spesso nasconde un inconscia volontà di autogongolarsi...In fine se posso azzardare un consiglio dietetico ti suggerisco il the verde al naturale, cioè bevuto senza zuccheri o qual si voglia dolcificanti.
Per il resto posso solo dire di essere rimasto ,per l'ennesima volta, colpito dalle tue riflessioni.

Shrapnel said...

Sapevo che facevo bene a continuare a fare una capatina sul tuo blog ogni tre o quattro giorni, anche se non dava segni di vita da tempo... =)

Exmodus said...

uuurca!
Maddai, questo è un attacco di playgraundite in piena regola, che permette a te di sfogarti e a noi di farci 4 sane risate.
Pollo e polenta fanno tristezza, come credi di riuscire a guarire curandoti con la tristezza? hahaha
Dovresti scrivere un libro, faresti soldi a palate e noi ci faremmo gli addominali a furia di ridere.
Grazie Sonia

B. said...

Ho preso il tè verde, ho vissuto di contraddittori, ho mangiato riso scondito ma anche salsiccia cruda spalmata, e ho tratto beneficio da tutto. Come un altro André, ho la tendenza a innamorarmi di tutto. Riverserò in questo campo giochi tutte le esperienze che mi sento di condividere... come un bambino che torna a casa ogni volta con nuove improbabili cianfrusaglie raccolte per strada e la mamma un po' lo rimbrotta, ma un po' sorride di sottecchi.

Anonymous said...

Tristezza?? Dipende dai polli che frequenta lei, gentile Sonia.
Saluti,
Polenta