Tuesday, 6 September 2011

Introducing the Early Morning Sessions

Quest'estate mi sono accorto che suono e canto sempre peggio. Perché lo faccio troppo poco, perché quando lo faccio sono stanco e non mi concentro, prediligendo il puro sfogo fisico.
Pertanto, pur continuando a suonare e cantare sempre peggio, mi sono imposto di registrare un brano musicale alla settimana circa, brano da spammare poi su Internet. Avere una platea, anche vuota, aiuta a concentrarsi, a trovare una misura nella performance e nell'interpretazione. La preparazione dei brani a priori, quella, non c'era. L'idea era anzi di registrare al volo una canzone scelta al volo e, nella quasi totalità dei casi, di farlo appena sveglio. Avete mai provato a cantare appena svegli? Provateci. La voce è diversa, ancora più difficile da domare e da modulare. Suonare, poi! Il senso del ritmo è ancora ondivago. Inoltre, dovevo andare a lavorare, quindi non c'era tempo di ri-registrare più volte il tutto - era un "buona la prima" forzato, in pratica, poiché la regola del gioco imponeva di uploadare su Google+ il filmato entro la mattinata stessa.
Tutte queste difficoltà, queste persecuzioni sistematiche, come direbbe Gurdjieff, servono proprio a cercare di dare il massimo in condizioni qualitative minime.
Si è trattato insomma di un esperimento, i cui primi risultati sono qui sotto. L'esperimento continua ed evolve. Serve a me, ma magari scorgete il titolo di una canzone che vi piace, e allora magari potete ascoltare come ve la massacro gioiosamente.
[Il tutto è stato registrato con un iPod Touch per il video, e con la scheda audio del computer per quanto riguarda l'audio. Le due tracce sono poi state sincronizzate a mano con iMovies sempre su iPod in metrò, in coda alle Poste, in Ufficio, al Roxy Bar, dove capitava, con esiti discutibili].



#01 Un misto indefinibile di Sweet Jane di Lou Reed, Mother dei Pink Floyd suonata sul giro di Wish You Were Here. Proprio-pick-up-and-play. Sia audio sia video registrati con iPod.


#02 Love Me Two Times dei Doors. Con momenti bossa e quel pezzo degli Shocking Blue alla fine, anche se per un momento stava diventando I'll Fly for You degli Spandau Ballet. Ultima session con audio registrato via iPod.


#03 Nobody Home, uno dei pezzi più struggenti di The Wall. Resta struggente, quasi distruggente. Questa però l'ho registrata di notte. Per certe cose ci vuole la notte. Per strillare un la come Roger Waters, invece, ci vuole Roger Waters. Che oggi compie gli anni. Auguri, vecio.


#04 Un'improvvisazione priva di senso, donchisciottesca, direi, con pochi momenti ispirati. Tra l'altro suonata col suono del piano e poi, via midi, trasformata in Fender Rhodes. Come se suonare i tampura e i timbales fosse la stessa cosa, in termini di groove.


#05 L'abiezione: uno dei miei pezzi preferiti, The Seeker degli Who, fatto letteralmente a pezzi, soprattutto sotto il profilo ritmico. Non so esattamente cosa sia successo. Ma è successo. C'è molto da investigare su un simile fallimento, ancora non ho risposte, solo domande.


#06 Dopo la débacle della precedente session, una sana ricerca di sobrietà con Ring of Fire di Johnny Cash. Che, a sua volta mette in luce un altro mio tipico problema interpretativo: l'imitazione. Tendo un po' troppo a imitare lo spettro vocale dell'artista di cui propongo la cover. Ma qual è la mia vera voce?


#07 Per cercare la propria voce, niente di meglio della cover di un artista che, se lo imiti anche solo un briciolo, finisce subito tutto in macchietta: Vasco Rossi. Sì, mi piace Vasco Rossi. Quello morto - è palese - a metà anni Ottanta e sostituito abilmente da un agente della Digos travestito. V.I.D., altro che P.I.D. Fegato Fegato Spappolato è sempre molto divertente, a un certo punto spunta anche 7 e 40 di Battisti, poi si finisce con God Save the Queen dei Sex Pistols, KKK Took my Baby Away dei Ramones e Sympathy for the Devil dei Rolling Stones, all rolled into one così, perché il divertimento del momento suggeriva di buttarle nel mazzo.


#08 La precedente session mi ricordava un altro precetto banale ma dimenticato: metà della potenza interpretativa se ne va se devi suonare e leggere il testo simultaneamente - cosa che, con Vasco, non si verifica, perché lo so a memoria fin dall'infanzia. Quindi ecco qui Brain Damage e Eclipse dei Pink Floyd, altri capisaldi della mia giovinezza. Qui mi sono fatto anche la seconda voce obbligatoria. Il video non c'è perché non ho premuto REC sull'iPod, ma non è che sia poi così interessante vedermi suonare, a parte come prova tangibile del fatto che sì, sono evidentemente appena caduto dal letto.

L'esperimento continua, l'esplorazione delle potenzialità dilettantistiche di un interprete è molto interessante. Per me, ovviamente - nella scala complessiva dell'umanità e di Youtube tutto ciò è risibile! Vediamo quanto ci metto a osare delle session con brani scritti da me - il cassetto sta straripando, e la release theraphy è tanto salutare.

2 comments:

Anonymous said...

Release release... noi intanto si segue anche l'evoluzione dell'acconciatura.
S

Fainder said...

°__° la prima risale a mille anni fa ormai! Dove se n'è andata l'estate, ne voglio ancora un pezzo!