"Tautò tèni zon kài/tethnekós kai egregoròs/kai kathèudon kai nèon kai/gheraiòn tade gàr/ metapésonta ekéina ésti/kakèina pàlin táuta" (vabbe' va')
(continua da qui) A un certo punto, disegna che ti disegna, uno anche si stanca, no? Ognuno, quando si stanca, devia dalla direzione originale in un modo differente e personale, a seconda del tipo. Ci vorrebbero degli schock addizionali, anche detti calci in culo, in quel caso, per tenere la retta via.
Io, quando sono stanco, tendo a ripiegare sul passato, come uno che ha freddo e si intrufola nella coperta di Linus. Un po' ti copre, un po' ti strozza, il passato. Per cui Orgel di colpo diventa tutt'uno con me, i suoi ricordi i miei, il padre come il figlio (per lo spirito santo ci stiamo attrezzando). Si scopre che nel 1985 Orgel giocava ai videogame in sala giochi e si sentiva risucchiato dal tubo catodico, dai colori al neon, dalle scritte giapponesi dei coin-op importati illegalmente in Italia. Chissà se anche Orgel, che non sento da un pezzo, oggi come oggi racconterebbe Paura e Delirio in Interrail nel suo blog con l'esatto scopo di fare spazio nei cassetti della memoria e proiettarsi nel presente dopo una terapeutica settimana regressiva a sfogliare vecchi disegni.
Una volta lessi che i Pink Floyd, a parte Syd Barrett, probabilmente andavano avanti a birrette, altro che LSD. Il disegno qui sopra sembra un'apologia dei funghi allucinogeni, forse lo è, ma di sicuro noi pischelli non avevamo nemmeno considerato l'idea di provarli, durante il nostro soggiorno olandese. Eravamo abbastanza coscienti da essere coscienti di non essere abbastanza coscienti, per un'esperienza del genere. Però già a pensarci, a 'sti funghi allucinogeni, un po' ci si sentiva strani. E a furia di concentrarsi, e calarsi nel ruolo, alla fine il disegno è venuto abbastanza lisergico. Lo dicono un sacco di gurù e gurotti: se proprio una cosa non ti riesce, fingila. A furia di fingere, imparerai a farla sul serio. "Cosa vedrei se mi fossi fatto un risotto coi funghi di SuperMario?" A furia di immaginarlo, ecco che le visioni appaiono.
(A scanso di equivoci: tutta la storia del Rinconiglio, di me che lavoro a Cernusco e dei corn fields forever è reale.)
A domani per la settima e ultima puntata di questo ciclo.
4 comments:
...e torna la spontaneità :) bene e ora non resta che vedere come finisce la settimana.
:S
Sono una nostalgica: a me manca già questo ciclo che sta per concludersi.
Orgel lascerà un vuoto, com'era del resto scritto fin dalla sua origine.
Gnic-gnic
(fa la ruota del ciclo)
S
aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhh!!!!!
Sonia,
vero, la spontaneità è una roba difficile, come salire dal mi al fa. La settimana finirà con Antonello Venditti che canta "buona domenica". Sul serio! E poi bisognerà salire dal si al do, e cominciare l'ottava della nuova settimana, senza Orgel, senza disegni, con una presenza presentissima.
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S,
il CRC esistenziale può miracoli contro il gnic gnic. Anche se forse togliendo il gnic gnic si finisce per averne nostalgia, del gnic gnic. La verità è che gnic gnic è appena diventata la mia onomatopea preferita, accignicchia.
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Caro Sella,
c'hai azzeccato in pieno. Anche noi in interrail ascoltavamo sempre Careful With That Axe, Eugene dei Pink Floyd (o stavi facendo Tarzan?)
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